
Nell’anno 1547 per volere di Cosimo I dei Medici fu dato inizio alla costruzione della città di Portoferraio e successivamente alle opere di fortificazione e alla costruzione delle caserme per l’alloggio delle truppe. Nel 1549 fu iniziata la costruzione della chiesa all’estremità orientale della piazza d’arme che doveva servire per prestare assistenza religiosa ai militari presenti nella nuova città. Lo storico Giuseppe Ninci nel suo “‘Notizie compendiate delle chiese, oratori, cappelletto di Portoferraio e sue campagne raccolte e registrate nel 1834” riporta: “Nel 1549 poi, ben si sa, essere stata fondamentale la chiesa parrocchiale all’estremità della gran piazza d’arme dalla parte di levante e si dedicò la medesima all’Onnipotente in onore della Natività di Maria Santissima”.
Oggi la chiesa parrocchiale dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria si presenta a pianta rettangolare con tre navate. La facciata è a salienti scandita verticalmente da sei pilastri schiacciati; alla base del timpano due statue in marmo a grandezza naturale raffigurano S. Giovanni Evangelista e S. Sebastiano Martire; al centro un grande rosone con decorazioni fitomorfe in gesso; la porta centrale è sormontata da un frontone e le due laterali da lunette.
L’edificio presenta una copertura a doppia falda con capriate e travi in legno ed un manto in coppi ed embrici. All’interno, sei archi a volta poggianti su pilastri a T in cemento, terminanti con pulvino, dividono la navata centrale dalle due laterali; quest’ultime sono suddivise da tre archi in altrettante cappelle; in corrispondenza della porta centrale d’ingresso tre soffitti a crociera sostengono l’organo.
Il primo passo è stato quello di indagare sulla storia dell’edifico e di rilevarlo per averne una completa conoscenza, storica e geometrica.
Per il rilievo dimensionale ci siamo avvalsi, della fotogrammetria, per le misurazioni principali e della geometria descrittiva per comprenderne e ridisegnarne la genesi geometrica degli apparati decorativi. In un secondo momento avvalendosi della collaborazione di una ditta specializzata nel restauro dei materiali lapidei di Firenze, abbiamo effettuato alcuni saggi in diverse parti dell’intonaco della muratura da noi individuate come rappresentative della totalità materica dell’architettura in studio.
Lo studio approfondito, dei vari strati materici e di intonaco ci ha permesso di delineare una mappatura dei materiali presenti in prospetto e di individuarne la stratigrafia cromatica. La conoscenza dei materiali su cui dovevamo operare ci ha dato modo di creare un mirato ma ipotetico piano di intervento, in attesa del montaggio del ponteggio che ci avrebbe messo direttamente a contatto con le problematiche conservative.
Una volta saliti abbiamo potuto toccare con mano i problemi statici e conservativi presenti; i maggiori problemi riguardavano gli stucchi e tutto l’apparato decorativo che in parte era composto da grassello di calce e in parte da semplice cemento che a causa dei sali contenuti al suo interno favoriva il distacco degli stessi, inoltre una buona parte dell’intonaco che componeva le specchiature era anche esso costituito da cemento che si presentava completamente distaccato dal supporto sottostante.
1964- CARTA DI VENEZIA:Scopo del restauro “è di conservare e di rivelare i valori formali e storici del monumento”; esso “si fonda sul rispetto della sostanza antica e delle documentazioni autentiche”.