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La Cucina, l’evoluzione dell’Antico Focolare Domestico

Questo mese, mi vorrei avventurare alla scoperta di uno degli ambienti della casa oggi più curato e maggiormente vissuto: La Cucina.

Tutto ha inizio circa 400.000 anni fa, periodo in cui l’uomo scopre e impara a produrre il fuoco; ebbene si tutta la storia della cucina nasce intorno a un focolare ricavato nella terra.

Il focolare illuminava il buoi della notte, riscaldava e ravvivava le grotte e le capanne ed intorno alla fiamma gli uomini rafforzavano i loro rapporti, ponendo le basi delle prime comunità; ma soprattutto la cultura della carni e dei vegetali potenziava l’assimilazione delle sostanze nutritive dei cibi da parte dell’uomo, rendendo più forti le strutture ossee, più semplicemente la masticazione, la capacità del gusto e la qualità della vita.

Gli studiosi hanno individuato tre tipi di focolari adoperati nel paleolitico, quelli elementari chiamati anche “focolari amorfi”, situati direttamente sul suolo senza una precisa delimitazione, se non talvolta alcune pietre poste attorno alla zona di combustione; i “focolari pavimentali”, ove la combustione avveniva su una superficie costituita da piccole lastre di pietra, e infine i “focolari scavati” definiti anche “ focolai a sfiatatoio” per la presenza di un ampio canaletto che prende origine dal focolare stesso.

Dal paleolitico in poi il focolare ne ha fatta tanta di strada sia a livello simbolico che funzionale.

Ai giorni nostri, il ruolo della cucina va ben oltre la tradizionale e centrale funzione di spazio adibito alla conservazione, alla preparazione e alla cottura dei cibi.

Nella maggior parte delle case moderne è il locale in cui svolgiamo buona parte delle nostre attività quotidiane e può fungere da sala da pranzo, zona attrezzata per il lavoro, stanza dei giochi, luogo in cui intrattenere gli ospiti e conversare, diventando, così, il centro nevralgico della casa.

A questo proposito, vorrei dedicare due righe a un grande maestro dell’Architettura Frank Lloyd Wright e del suo capolavoro “Fallingwater” (la casa sulla cascata 1936-1939), dove l’immancabile camino, il Focolare Domestico, che nella logica di Wright è il cuore della vita famigliare è li pronto ad abbracciare il calore della quotidianità domestica.

Se dovessi descrivere le attività quotidiane normalmente svolte in una cucina di oggi, ne potrei elencare tantissime a partire dal prepararsi a una giornata di scuola o di lavoro, pagare le bollette, stirare il bucato, guardare la tv o ascoltare la musica.

Mentre scrivevo mi sono chiesto più volte cosa avesse reso la cucina un tale catalizzatore di funzioni così diversificate tra loro; pensando alla risposta ho ipotizzato che il tutto sia riconducibile alla stretta relazione tra cucina e cibo.

Anche se mangiare è un bisogno primario, tuttavia un buon pasto, soprattutto se consumato in compagnia, va ben oltre la semplice alimentazione ed è piuttosto uno dei grandi piaceri della vita.

Data la fondamentale importanza all’alimentazione, sia da un punto di vista fisiologico che emozionale, non è forse casuale che tendiamo a trascorrere sempre più tempo nel luogo tradizionalmente deputato alla preparazione dei cibi, pur svolgendoci attività di natura totalmente diversa.

Inoltre, se penso a quanto oggi la vita contemporanea è filtrata dalla televisione e dagli schermi dei computer, capisco parte del fascino esercitato dalla cucina che ci permette di metterci in relazione con un mondo “concreto”, fatto di odori, sapori e sensazioni tattili che fungono da “antidoto” all’esperienza virtuale della realtà.

La cucina come celebrazione della sensualità e del piacere; il luogo dove desideriamo e non solo viviamo.

La cucina è uno spazio domestico sottoposto ad un uso molto intenso; una progettazione attenta è il presupposto indispensabile per permettervi di passare da un’attività all’altra seguendo una sequenza logica e di operare in maniera agevole, sicura ed efficace.

Il progetto deve tener conto di ogni esigenza personale, pur rimanendo sufficientemente flessibile da consentirvi eventuali modifiche future.

Un buon progetto sarà in grado di realizzare una cucina che, oltre a soddisfarvi dal punto di vista estetico, sarà adatta al vostro modo di vivere e non vi farà spendere una somma superiore a quella preventivata.

Una volta trovate le giuste geometrie ed ergonomie funzionali potrete iniziare ad arredarla.

Arredare una cucina significa fare una ricerca sugli elementi decorativi per eccelenza, ossia i colori, le forme e i materiali.

Per esempio, il colore, oltre a creare un’atmosfera vivace, è un ottimo elemento di definizione dello spazio.

Il colore può essere utilizzato per enfatizzare l’effetto della luce; sfondi tenui ed eterei danno l’impressione di uno spazio più luminoso ed ampio; le tonalità calde e intense creano un senso di accogliente intimità.

Inoltre un uso sapiente ed incisivo del colore contribuisce a sottolineare ancora di più il ruolo della cucina come zona da soggiorno.

All’Isola d’Elba, dove vivo e lavoro, la problematica di progettare una cucina in spazi molto ristretti è molto frequente, soprattutto nelle abitazioni situate nei vecchi centri storici dei nostri caratteristici Comuni.

Gli spazi ridotti lasciano poco margine agli errori.

Sono il risultato di un progetto attento e rigoroso che sfrutta lo spazio disponibile fino all’ultimo millimetro.

Tuttavia è importante anche ricorrere a quelle strategie progettuali che riescono a far sembrare gli ambienti più ampi.

Bisogna dedicare molto tempo alla progettazione per essere certi di raggiungere la configurazione ottimale.

Dal punto di vista decorativo la parola d’ordine è semplicità.

Anche una buona illuminazione è importante; in generale le luci da incasso e i faretti sono una buona soluzione in uno spazio ridotto.

Spesso il successo di una cucina piccola sono i particolari, maniglie eleganti, finiture e bordi curati e combinazioni di superfici ben armonizzate possono fare la differenza.

Altra richiesta in costante aumento da parte della committenza è la progettazione di una cucina rustica.

La relazione tra la cucina e il cibo spiega il fascino che lo stile rustico continua ad esercitare su tante persone.

Forse l’esempio migliore di questo stile è la nostra intramontabile cucina alla Toscana, con i ruvidi tavoli in legno, i suoi accessori, i fasci di erbe secche e le credenze piene di vasellame e conserve fatte in casa.

Lo stile rustico è classico, senza tempo, né all’avanguardia, né sorpassato, coniuga il vecchio con il nuovo, ricordandoci le cucine della nostra infanzia e promettendo nel contempo di sopravvivere alle mode dell’ultima ora: il tipo di cucina a cui è possibile aggiungere o togliere qualcosa senza mai sentire la necessità di sostituirla con una nuova.

Quando sono alle prese con il progetto di una cucina rustica, cerco di creare un’atmosfera particolare giocando con il colore e la scelta dei materiali.

Le decorazioni semplici basate sul bianco, con la loro sensazione di ariosità, luminosità e freschezza, evocano un genuino stile di vita rurale, mentre i colori più intensi, quali l’acquamarina, l’indaco, l’arancio e il giallo vivo, utilizzati negli intonaci a calce o negli smalti, si ispirano alle culture più lontane e solari, come ai piatti più piccanti e speziati.

I motivi delle maioliche vietresi con i loro colori vivaci e ricchi di infinite sfumature, richiamano i colori e i profumi del nostro Mar Mediterraneo.

“L’architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi sotto la luce.” Le Corbusier.

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